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DOTT.SSA Erika Massaccesi

Psicologa Clinica e Pediatrica. Psicoterapeuta. Analista Transazionale.

DOTT.SSA ERIKA MASSACCESI

PERCHE’ AI BAMBINI PIACCIONO I SUPEREROI ?

L'immaginazione è un'arma nella guerra contro la realtà.

Jules de Gaultier
Prima di diventare genitore, zio o nonno sei stato anche tu bambino. Sono certa che avevi il tuo gioco preferito e che spesso fantasticavi di essere come un personaggio del tuo cartone del cuore o di assomigliare all’eroe di quella favola che ascoltavi prima di andare a letto. Ho conosciuto tanti piccoli Zorro, tante piccole Principesse e anche dei super Robot con razzi atomici che spuntano dalle mani. Tutti noi abbiamo sperimentato il piacere di giocare a far finta di essere qualcun altro. Di solito questo Altro è un personaggio con poteri speciali ma soprattutto con un bel costume e armi o abilità particolari! Viene dunque da chiedersi:

“Perché i bambini amano così tanto i Supereroi ?”

Giocare è una cosa seria

I bambini sono maestri in quanto a spontaneità e creatività, si muovono nel mondo come se tutto fosse possibile. Ci ricordano come si possa essere contenti con nulla, tenendosi occupati nella costruzione di un’arma superpotente fatta di cartoni da riciclo e pezzettini di nastro adesivo e infine pretendere con vigore che tutti gli adulti si meraviglino di tale creazione, esclamando : ohhhhhhh!

I bambini giocano sul serio e non tanto per fare qualcosa. Uno dei giochi preferiti è quello di giocare a far finta di… essere qualcun altro. Il gioco di finzione, inizia intorno ai 18 mesi e prosegue fino ai 10 anni circa. E’ in questo modo che i bambini imparano a  mettersi nei panni degli altri, a conoscere le emozioni in modo sicuro e sviluppare il linguaggio. Il fine primario del gioco è quello di provare piacere: i bambini  riproducono i giochi che sono per loro motivanti e che consentono loro di “mettersi alla prova”.

Giocando il bambino può rivivere situazioni paurose, nuove o gratificanti e manipolarle in un contesto sicuro e protetto, così da poterle assorbire, riproporle e sentirsi più forte!

Poter contare su dei Super poteri è un modo rassicurante di gestire le proprie emozioni e non è un caso che l’amore per i Supereroi inizi proprio in un’età cruciale per lo sviluppo dell’identità. 

 

 

Giocare significa fare esperimenti col caso.

(Novalis)

Essere forti e coraggiosi

Mentre il bambino gioca a far finta di essere qualcun altro, impara a gestire le sue emozioni più intense. Tra tutte le emozioni quella della Paura sembra essere quella più modellante per la vita adulta. Ciò è comprensibile alla luce dell’importante funzione adattiva che svolge questa emozione: ci suggerisce prudenza e ci aiuta a valutare un rischio reale per la sopravvivenza.

Le paure però chiedono di essere superate ed un modo per farlo è quello di elaborarle nel gioco: immedesimarsi nel supereroe di turno permette al bambino di identificarsi con lui/lei e trarne la forza e il coraggio a cui ispirarsi, rinforzare la propria autostima e poter  riproporre modelli di comportamento “vincenti” nella vita di tutti giorni. Credere di avere dei superpoteri è un modo per costruire la fiducia in se stessi ed iniziare a dare forma alla propria identità. Tuttavia ci tengo a precisare che non è che crescere bambini come dei mini supereroi li trasforma in bambini speciali. E’ importante considerare che i modelli di comportamento che i supereroi suggeriscono possono essere di difficile comprensione per un bambino piccolo: talvolta egli comprende solo una parte delle motivazioni che spingono il supereroe a comportarsi in un determinato modo, si limita all’osservazione superficiale dello stereotipo offerto dal personaggio (uso dei pugni, archi, frecce, spade … ) ma non coglie i messaggi più profondi, quelli che riguardano “la morale” della storia, che invece richiede un impegno cognitivo ed emotivo più complesso. Lo stesso vale anche per le Principesse classiche o guerriere. Insomma sembra che molti catoni o favole moderne soddisfino più i palati degli adulti che dei bambini, soprattutto in età prescolare. 

Quando schiaccia un pulsante magico
Lui diventa un ipergalattico
Lotta per l’umanità

Si trasforma in un razzo missile
Con circuiti di mille valvole
Tra le stelle sprinta e va

Ufo Robot, Ufo Robot
Ufo Robot, Ufo Robot

Cosa fare

Voi avete mai riflettuto su quanto fosse importante avere un personaggio a cui ispirarvi nella vostra infanzia ? E quanto è importate avere un modello di riferimento anche in età adulta? 

Per me lo è… del resto mi interesso di Psicologia e Fumetti ! 

A volte i genitori si chiedono quanto è “giusto” giocare a far finta di essere un personaggio “cattivo” o “aggressivo” e come “intervenire” nel caso il bambino/a inizi a manifestare comportamenti socialmente poco apprezzabili del supereroe di turno (modelli prescrittivi di aggressività e/o di vulnerabilità).

Non mi soffermerò a descrivere l’evoluzione che i modelli maschili e femminili hanno subito nell’ultimo secolo, tuttavia mi sembra interessante evidenziare come ci sia il rischio di confondere il passaggio da ruoli di femminilità “fragile e dipendente” e di una “virilità dominante e aggressiva” a nuovi modelli altrettanto prescrittivi. 

Il ruolo del genitore (e non solo) è proprio quello di riflettere assieme al bambino/o sulle differenze e sui significati affettivi e i sistemi dei valori di ogni personaggio; questo permette al bambino/a di essere consapevole delle sue scelte e della sua unicità. 

Ecco alcuni esempi pratici di come favorire tale consapevolezza nei bambini partendo dal loro supereroe preferito:

Ascoltate per Capire; vuol dire mettersi vicino a lui/lei e guardarlo negli occhi mentre parla ! Non fingete di aver capito, i bambini sanno riconoscere se li state ascoltando davvero oppure no!

Domandate; “Cosa ti piace del tuo Supereroe?” (A volte potreste rimanere sorpresi dal fatto che è solo un particolare a interessargli e non tutto). 

“Cosa ti piacerebbe avere come lui/lei ?”

Riflettete e Condividete; in che modo poter “essere forti , coraggiosi, gentili” a scuola, a casa … oppure come avere tanti amici o difendersi da qualche “bullo” condividendo con lui/lei che strategia avete usato voi quando eravate bambini o/e come il supereroe potrebbe affrontarla nella vita reale. 

In assenza di ragnatele , martelli spaccatutto, trecce lunghissime, archi e poteri di ghiaccio è importante stimolare nel bambino la fiducia in se stesso e nelle sue risorse naturali : impersonare il ruolo del Supereroe di turno , concentrandosi sugli aspetti positivi e sulle possibili conseguenze di comportamenti più “aggressivi”.

Infine :

GIOCATE! I bambini hanno bisogno di giocare, muoversi, creare! Ore ed ore davanti alla TV, TABLET E VIDEOGIOCHI hanno un effetto negativo per la salute psicofisica con un rischio aumentato di sovrappeso, disturbi del sonno, comportamenti aggressivi, difficoltà di attenzione e comprensione! Potete giocare e non dover fare niente. “Solo” giocare senza altro scopo che Gioire insieme.

 

Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.

(Pablo Neruda)

Filastrocca del diritto al gioco

 

Fammi giocare solo per gioco

Senza nient’altro, solo per poco

Senza capire, senza imparare

Senza bisogno di socializzare

Solo un bambino con altri bambini

Senza gli adulti sempre vicini

Senza progetto, senza giudizio

Con una fine ma senza l’inizio

Con una coda ma senza la testa

Solo per finta, solo per festa

Solo per fiamma che brucia per fuoco

Fammi giocare per gioco

 

 di Bruno Tognolini 

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Psicologa Clinica e Pediatrica. Psicoterapeuta. Analista Transazionale.